PROLOGO

 

 

            Lynne McElwain apre gli occhi e capisce subito di essere in una brutta situazione: è nuda con i polsi legati ad una sbarra di metallo ed è sospesa a qualche metro da terra, una tipica situazione da romanzo pulp del secolo precedente, pensa. Nulla di sorprendente se si riflette su chi è stato a rapirla.

            Che è stata rapita è fuori di dubbio e sicuramente anche drogata, questo spiega la confusione che ha in testa ed i ricordi frammentari. L’ultima cosa che ricorda con sicurezza è che si trovava davanti al suo hotel nel quartiere dell’Ammiragliato a Hong Kong poi il buio totale.

- Ehi, c’è qualcuno? - grida - Che c’è, vi state godendo lo spettacolo da lontano? Non siete abbastanza coraggiosi da affrontare faccia a faccia una donna legata ed inerme? -

            Più in basso una porta scorrevole si apre e ne escono due figure; un uomo alto che indossa una tunica rossa dai bordi dorati ed il cui viso è celato da un cappuccio anch’esso rosso ed una giovane donna indubbiamente di origine cinese con un cheongsam[1] verde.

- Vedo che la sua attuale posizione non ha influito sul suo temperamento. Mi era stato detto che aveva un carattere forte e vedo che era vero. - dice quest’ultima in un Inglese impeccabile

- Se era un complimento, non so se l’ho gradito. - replica Lynne ostentando una calma che è ben lontana dal provare realmente - Lei deve essere la famigerata Kwai Far, l’altra figlia di Fu Manchu. È stata sua sorella Fah Lo Suee a rivelarci la sua esistenza. -

- Immagino che la mia sorellastra non sia molto contenta del fatto che ho ricostruito l’organizzazione di nostro padre mentre lei è in prigione. Non mi ha mai ritenuto alla sua altezza ma sbagliava. - .

- Molto interessante ma suppongo che non mi abbia fatto rapire e mettere in questa scomoda posizione solo per raccontarmi le sue diatribe familiari. -

- In effetti, volevo conoscerla di persona. Mi hanno raccontato cose interessanti sul suo… pedigree, diciamo così e volevo almeno un incontro faccia a faccia con lei prima della sua inevitabile dipartita. -

            Un brivido passa lungo la schiena di Lynne a quella frase ma lei non intende dare a Kwai Far la soddisfazione di vederla tremare.

- Che intenzioni ha nei miei confronti? - dice in un tono che spera sprezzante

- Non le pare ovvio? Lei morirà, Miss McElwain, così come moriranno anche i suoi alleati che hanno stupidamente deciso di opporsi a me. Lei è solo la prima e spero che avrà una lunga agonia. Gli altri la seguiranno presto. -

- E come dovrei morire? Non mi dica che sul pavimento sotto di me tra poco si aprirà una botola che mostrerà una fornace oppure una vasca piena di squali. Sembrerebbe la scena di un vecchio pulp. -

            Kwai Far sorride sinistramente e replica:

-A me piacciono le vecchie tradizioni, Miss McElwain. Mi sono assicurata che non potesse nascondere su di sé alcun marchingegno di quelli per cui il suo servizio è molto famoso ed ora mi scuserà se chiudo questa conversazione ma devo occuparmi degli altri suoi alleati e del mio fratellastro degenere. Sono certa che gli squali la troveranno appetitosa. -

            Kwai Far ed il suo silenzioso alleato escono e mentre la porta si richiude alle loro spalle una botola si apre effettivamente sul pavimento mostrando le pinne di un certo numero di squali mentre la sbarra cui è appesa Lynne comincia una lenta discesa verso di loro.

            Come diavolo ho fatto a finire in un guaio come questo? Si chiede la ragazza.

 

 

      

 

 

(CAVALIERI MARVEL)

 

N° 123

 

 

MASCHERE E PUGNALI

 

 

1.

 

 

            Distretto di Kowloon, Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong. Alcune ore prima. L’uomo di nome Shen Kuei, noto in certi ambienti di questa zona della Repubblica Popolare Cinese con il soprannome di Gatto siede pensieroso in una poltrona del salotto della sua villa e mormora:

- Kwai Far. Mi erano giunte voci su di lei ma non vi avevo dato peso. Sbagliavo. -

- Mio fratello ha avuto l’informazione direttamente da Fah Lo Suee e secondo lui non aveva ragione di mentire. -

- Davvero non sapevi della sua esistenza, cinesino? - chiede il massiccio Black Jack Tarr ad un giovane cinese vestito di rosso e seduto poco lontano.

- Mio padre era molto bravo a tenere i suoi segreti. - risponde Shang Chi - Non sono stato sorpreso di scoprire che aveva altri figli. Era nel suo stile avere dei piani di riserva. -

- Tutte queste chiacchiere non ci fanno progredire di un passo. - borbotta Tarr - Non possiamo starcene qui fermi in attesa che accada qualcosa mentre quella testa calda di Clive Reston si sta sicuramente cacciando nei guai. -

            In quel momento entra nel salone una giovane donna cinese. Quale sia il suo vero nome, i presenti la conoscono come Shareen, agente dei servizi segreti della Repubblica Popolare Cinese che in quella circostanza collabora con gli altri per il bene comune.

- Mi hanno appena riferito delle notizie interessanti da Macao. - dice.

- Davvero? Sono davvero curiosa di sentirle. -

            A parlare è stata un’altra donna dai lunghi capelli neri con delle vistose ciocche bianche sulla fronte, il suo nome è Mia Lessing, agente della C.I.A. ma è anche conosciuta con un sinistro soprannome: Angelo Nero.

- Dove sei stata? - le chiede il Gatto.

- A trovare vecchi amici. - Risponde lei enigmatica - Ed ho avuto informazioni molto interessanti su Kwai Far… e su Clive Reston. -

 

Whitehall, City of Westminster, Grande Londra, Regno Unito, questa zona è nota per ospitare i più importanti uffici del Governo britannico. In uno dei suoi palazzi si trovano gli uffici del Comitato Congiunto per l’Intelligence, l’organismo che coordina e supervisiona i vari servizi di intelligence e sicurezza della Nazione. Il suo Presidente[2] è un funzionario pubblico con il rango di Sottosegretario Permanente, il più alto raggiungibile nel servizio pubblico britannico.[3] L’uomo che attualmente ricopre quel posto è il Commodoro in congedo Sir Lancelot Frederick Herbert Christopher Hunter KG[4] KBE[5], arrivato a questa posizione da una dura gavetta.

Quelli che riceve oggi sono il Capo del Mi6 York Mitchell ed il Capo del suo Staff Charles McElwain. Non potrebbero essere più diversi, pensa Hunter mentre li invita a sedere: Mitchell è un omone di mezza età un po' sovrappeso e con folti baffi, McElwain è magro, biondo, con occhiali, elegante e l’aria di chi ha frequentato le migliori scuole ed università del Regno naturalmente diplomandosi con ottimi voti, il che è esattamente la verità.

- Qualche novità sull’attentato dell’altro giorno? -[6] chiede infine Hunter

- Praticamente nessuna. - ammette francamente Mitchell - Certo, sappiamo molto bene chi è stato il mandante ma questo non ci aiuta a mettergli il sale sulla coda. Possiamo sperare che i nostri agenti a Hong Kong abbiano fortuna. -

- A questo proposito, volevo informarvi che ho ricevuto una nota del Ministero della Sicurezza di Stato della Repubblica Popolare Cinese in cui si assicura la piena collaborazione con i nostri agenti per sventare i piani di Kwai Far. -

- Devono proprio essere disperati al Guóānbù; per arrivare a questo. - commenta Mitchell. - Il che getta una luce alquanto sinistra sulla situazione. -

- Possiamo fidarci? - chiede Charles.

- Ovviamente no, figliolo. - replica sarcastico Mitchell - In questo sporco lavoro nessuno si fida realmente di nessuno purtroppo. -

- Ho ricevuto note simili anche dal S.V.R. e dal G.R.U. ed anche questo è indicativo della serietà della questione. - continua Hunter - In più, il nostro vecchio amico Bruno Genovese della Divisione Europa Occidentale dello S.H.I.E.L.D. mi ha confidato di aver chiesto ad un suo vecchio agente a contratto di dare un’occhiata alla faccenda. -

- Se è chi penso io assisteremo ad un bello spettacolo con una robusta dose di sesso e violenza. -

 

            Aeroporto di Hong Kong. L’uomo che esce dal terminal dei voli dall’Europa ha l’aria di quello a cui è meglio non creare fastidi e a meno di non volerne di peggiori.

È stato molte cose nella sua vita turbolenta: ufficiale della Legione Straniera, mercenario, anche se lui preferirebbe la dizione soldato di ventura, agente free lance per vari servizi segreti. Ha avuto molti amici e molte donne e diversi degli uni e delle altre li ha visti morire.

Hong Kong gli riporta alla mente brutti ricordi ma li scaccia o almeno ci prova. Ha accettato una missione difficile ma intende portarla a termine a qualunque costo. È per questo che lo chiamano il Professionista.

 

 

2.

 

 

            Un appartamento di Forest Hills, Queens. New York City. Ana Ishikawa siede sul pavimento nella posizione del loto e medita. I suoi pensieri vanno agli ultimi avvenimenti ed alla donna che ha preso il suo posto nel ruolo di Shi, la spietata vigilante il cui nome significa morte.

Ana ha giurato di rinunciare alla violenza tranne che per difesa. Per questo motivo Tomoe Gozan ha deciso di prendere il suo posto come Shi e portare avanti la vendetta a lei inibita contro gli assassini dell’uomo che Ana amava, il Detective Peter Denyse. Quella vendetta ha portato gravi conseguenze: Azuma Gōda, oyabun della Yakuza,[7] è intervenuto personalmente nella questione scatenando contro le due donne che sospetta essere Shi una squadra di killer affiliati alla leggendaria setta giapponese nota come la Mano.

Hanno fallito ma poco importa perché Azuma Gōda non rinuncerà e la faida potrà finire solo con la morte: quella di Ana e Tomoe o di Azuma Gōda stesso.

Ana si rialza e si avvicina ad una panoplia sulla parete dove è appesa un’antica spada giapponese. Forse dovrà usarla ancora. Sarà il destino a deciderlo.

 

Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong. Ogni grande città ha i suoi quartieri malfamati dove, se si abbastanza coraggio od incoscienza, si possono trovare sesso a buon mercato ed emozioni forti. Hong Kong non fa eccezione alla regola.

            Il luogo è una via di mezzo tra una discoteca ed un club privé. Le luci sono basse e sul palco alcune ragazze seminude si esibiscono in sensuali numeri di pole dance ed altre siedono o quasi sul grembo dei clienti. Altre un po' più vestite stanno appoggiate ad una parete o girano tra i tavoli cercando l’ennesimo pollo da spennare. Molte sono asiatiche ma non mancano le occidentali, perlopiù bionde e presumibilmente slave.

I due uomini che vi entrano sono entrambi occidentali ma anche abbastanza diversi tra loro: uno è alto, slanciato, con i capelli ed occhi chiari, veste in modo pratico ma al tempo stesso elegante; l’altro è basso ma robusto con il volto pieno ed incorniciato da una barbetta ben curata, sulla testa porta un berretto, forse per nascondere la calvizie. Un occhio attento capirebbe dal modo con cui si guardano intorno che sono avvezzi alla violenza, che sono armati e quindi pericolosi.

- E qui che dovremmo trovare il nostro uomo? - chiede quello dai capelli chiari.

- Ti aspettavi un raffinato club britannico? - ribatte sarcastico l’altro - Ci sono anche quelli ma non in questa parte della città e difficilmente ci troveresti lui. Si trova più a suo agio in posti come questo. Gli ricorda le sue origini. -

- Stephen Gunn! Figlio di una vecchia baldracca, sei davvero tu? -

            A parlare è stato un uomo tra i sessanta e i settant’anni con barba e capelli bianchi che è appena uscito da dietro una tenda.

            Gunn fa una smorfia e si rivolge al suo accompagnatore:

- Ti presento Jacques Bruce. Dice di essere il discendente di un ramo dell’antica famiglia reale scozzese fuggito in Francia dopo il fallimento delle rivolte giacobite. È anche un gran contaballe. -

- Senti chi parla. - commenta Bruce.

- Jacques ti presento… -

- Clive Reston, ex agente del Mi6. - non lo lascia finire Bruce.

- Mi conosce? - esclama, sorpreso, Reston.

- Te lo avevo detto che sei piuttosto famoso da queste parti. - ribatte Gunn con espressione sorniona.

- Venite, - dice ancora Bruce - Lui vi sta aspettando. -

- Non ne sono affatto sorpreso. - commenta Gunn.

 

            Un’altra zona della stessa città. È Black Jack Tarr a parlare per primo:

- Quando parli di vecchi amici ti riferisci ai tuoi colleghi della CIA od ai tuoi vecchi datori di lavoro russi? -

            Mia Lessing fa un sorrisetto ironico e replica:

- Proprio la domanda che mi aspettavo da un vecchio gufo come te, Tarr. Stavolta ci hai preso. Sono stata avvicinata da agenti del SVR che avevo conosciuto quando lavoravo per i russi prima di defezionare per la CIA. -

- E non per ucciderti in quanto traditrice. - commenta il Gatto,-

- Perché hanno bisogno di me… di noi. Kwai Far è una minaccia anche per loro. È nel loro interesse debellarla. -

- Ha senso. - interviene Shareen - Sono stata appena informata dal mio capo che il Guóānbù gli ha dato ordine di collaborare con noi. -

- Noi che collaboriamo con cinesi e russi! - esclama Lynne McElwain - Non credevo fosse possibile. -

- La necessità fa fare questo ed altro. - ribatte il Gatto - Ora, però vorrei sapere cosa deve dirci l’Angelo Nero su Clive Reston. -

- Molto semplice. È proprio da queste parti. Non molto lontano da qui. È venuto ad incontrare una certa persona che alcuni di voi sicuramente conoscono. -

            Ne dice il nome e guardando le facce di quelli davanti a lei capisce di aver colto nel segno.

.

 

3.

 

 

            JW Marriott Hotel, Area dell’Ammiragliato, Hong Kong. Lynne McElwain sosta qualche istante davanti all’imponente edificio. Uno dei benefici del suo lavoro è poter alloggiare in posti come questo quando è in missione ma adesso è decisamente più sicuro per lei trasferirsi stabilmente nella villa di Shen Kuei assieme agli altri e così eccola qui a recuperare i suoi bagagli. Quei distinti gentiluomini dei suoi compagni d’avventura si erano offerti di accompagnarla ma lei ha preferito andare da sola, contando di dare meno nell’occhio.

            Con passo deciso si avvia verso l’ingresso dell’hotel. Un’anziana donna proveniente dalla parte opposta la sfiora e poi si scusa accennando un inchino.

- Non ha importanza. - le dice la ragazza - Io… -

            Non termina la frase. Improvvisamente le gambe non la reggono più, tutto le gira intorno e poi si fa nero.

            “Mi hanno drogata” è il suo ultimo pensiero cosciente.

 

            Distretto di Kowloon, l’uomo davanti al quale Reston e Gunn sono stati condotti è anziano ma ancora in buona forma fisica ed è decisamente più alto della media non solo cinese.

- Clive Reston, ti presento il leggendario Fang Sing Ling. - esclama Stephen Gunn.

            L'uomo in questione abbozza un sorriso. È seduto ad un tavolino e li invita a sedersi con lui per poi rivolgersi a Clive Reston:

- Sono felice dell’opportunità di fare la sua conoscenza. Ho sentito molto parlare di lei. -

- Ed io di lei. Ci siamo sfiorati qualche volta quando lei fu promosso capo divisione del MI6 ma io lavoravo con la squadra di Sir Denis Nayland-Smith. -

- Sono stato il primo asiatico promosso ad un ruolo tanto importante e mi auguro di aver fatto un buon lavoro. -

- La ricordano quasi tutti con affetto e sono stati molto dispiaciuti quando si è dimesso. -

- Avevo i miei motivi e preferisco non parlarne. Sono sicuro che lei mi capisce, Reston. -

- Perfettamente. In un certo senso è il motivo per cui sono venuto a cercarla. -

- Se sperava che io sapessi dove si nasconde Kwai Far temo di doverla deludere, ma questo non significa che non possa aiutarla. Ho ancora dei contatti a Hong Kong ed altrove e ne sto giusto aspettando uno che dovrebbe avere qualche notizia. -

            In quel momento si ode bussare alla porta del salottino in cui si trovano.

- Deve essere l’uomo che aspettavo. - dice Fang Sing Ling.

- Vado io. - si offre Stephen Gunn.

            Apre la porta ed in quel momento quasi gli cade addosso un uomo dalla cui schiena spunta un pugnale dl manico intarsiato con l’immagine di un drago.

 

            Un carcere molto segreto da qualche parte nel Regno Unito. Fah Loo Suee non ha fatto alcuna resistenza quando è stata legata nel modo reso popolare dal film “Il silenzio degli innocenti” e portata in un cubicolo speciale dalle pareti trasparenti costruito con un materiale infrangibile. Una precauzione per proteggere loro da lei, le piace pensare. Illusi, pensa, potrei uscire da qui quando voglio ed uccidervi facilmente in modi che nemmeno sognate, ma perché farlo quando al momento è più conveniente per me restare qui?

            Chiude gli occhi assumendo la classica posizione del loto, tipica di chi sta almeno apparentemente meditando

È un rumore o qualche altro tipo di percezione a farle improvvisamente aprire gli occhi e guardare verso la parete trasparente che la separa dai suoi visitatori? Non ha molta importanza.

Non può trattenere un sorriso di soddisfazione quando davanti a lei si presenta Charles McElwain,

- Sapevo che saresti tornato. - gli dice con voce quieta - Hai ancora bisogno di me. -

 

 

4.

 

 

            In locale di Kowloon, Hong Kong. Passato il primo momento di sorpresa, Clive Reston e gli altri reagiscono con prontezza.

            Clive blocca il tentativo di un uomo mascherato di accoltellarlo con un pugnale malese.

- Si-Fan! - urla ai suoi alleati mentre cerca di piegare il braccio del suo avversario ed al tempo stesso di sferrargli una ginocchiata all’inguine.

            Stephen Gunn si muove con insospettata agilità sferrando un calcio rotante al sicario a lui più vicino stendendolo.

            Fang Sing Ling estrae una beretta F92 e colpisce altri due sicari mascherati ma gli avversari sono troppi e loro sono praticamente intrappolati nella stanzina.

            Improvvisamente si ode una sequenza ravvicinata di spari e diversi sicari cadono al suolo poi sulla soglia si staglia un uomo che quasi tutti i presenti riconoscono.

- Tu? - esclama Fang.

- In persona. - risponde l’altro in tono ironico - Giusto in tempo per salvarvi la pellaccia come al solito. -

- Non ti chiedo cosa ci fai qui perché è piuttosto ovvio. - Fang si rivolge a Clive - Reston, questo è… -

- Il Professionista ovviamente. Non è possibile sbagliare. - ribatte l’inglese.

- Lasciamo i convenevoli a più tardi. - replica il nuovo arrivato - Questo posto non è sicuro. Consiglio di filarcela alla svelta prima che gli amici di questi qui tornino alla carica. -

- Approvo senza riserve. - ribatte Fang - Mi auguro che tu abbia pronto un mezzo di fuga. -

- Mi hai preso per uno sprovveduto? Seguitemi. -

            Attraverso una porticina il gruppetto raggiunge il retro del locale dove li attende un furgoncino con il motore acceso.

- A bordo, presto! - incita il Professionista - La calma non durerà molto. -

            Senza perdere tempo il gruppo sale a bordo ed il loro salvatore si mette al volante per poi partire a tutta velocità. A questo punto si rivolge, a Fang dicendo;

 - Immagino che tu abbia un qualche sicuro in cui nasconderci. -

            Prima che l’altro possa rispondergli il suo telefono squilla. Perplesso Fang Ling Sing risponde e ne segue una breve conversazione in cantonese poi l’uomo dice ai suoi compagni:

- Non immaginerete mai chi mi ha appena chiamato. -

 

            Vienna, Austria. Sulle rive del Danubio sorge una moderna palazzina. È la sede della Divisione Sicurezza Europa Occidentale dello S.H.I.E.L.D. la famosa agenzia di intelligence, sicurezza e mantenimento della pace delle Nazioni Unite.

            A capo di questa divisione c’è un uomo di circa sessant’anni, capelli grigi, con una leggera cicatrice all’altezza dell’occhio sinistro ricordo di un passato turbolento, che assomiglia vagamente all’attore francese di origini italiane Lino Ventura. Il suo nome è Bruno Genovese ed in questo momento è alla sua scrivania che sta attivando un collegamento intercontinentale che dovrebbe essere ultrasicuro e sul suo monitor appare un volto a lui ben noto.

- Buongiorno, Nick. - dice Genovese - Quando io e te ci parliamo non è quasi mai per farci gli auguri di compleanno. -

<<Triste verità.>> ammette Nick Fury <<Immagino che abbia indovinato perché ti ho chiamato.>>

- Mi tengo al corrente dei guai del mondo. Molti dei tuoi problemi attuali non riguardano la mia divisione. Non che questo mi abbia mai fermato. Il mio vecchio amico che mi hai chiesto di contattare per offrirgli una missione a Hong Kong, potrebbe raccontartelo. -

<<È per questo che ho scelto te per il posto che occupi. Non mi serviva un burocrate ma uno che sapesse cosa fare quando va fatto.>>

- A questo proposito, mi è stato appena riferito che a Hong Kong le cose si vanno facendo calde. Non ne sono affatto sorpreso. -

<<Ed ancora non sai tutto.>>

            Genovese ascolta con attenzione ed alla fine gli sfugge una risata.

 

Un carcere molto segreto da qualche parte nel Regno Unito. Charles McElwain ha il volto cupo. Si pulisce gli occhiali, si schiarisce la gola ed infine dice:

- Mia sorella è stata rapita. -

- Non mi sorprende. - replica la figlia di Fu Manchu - Era prevedibile conoscendo mia sorella. Non l’ha uccisa, non ancora almeno. Io non l’avrei fatto. -

- Puoi aiutarci a ritrovarla? -

            Fah Lo Suee sorride divertita e risponde:

- Certo che posso. Non è affatto un problema. Naturalmente ci sono delle condizioni. -

            Charles sospira.

 

 

5.

 

 

            Da qualche parte in Cina Kwai Far entra in un ampio salone in cui la attendono, seduti a semicerchio, due uomini e tre donne vestiti in abiti tradizionali cinesi tranne uno che veste invece abiti giapponesi. Sono il Consiglio dei Cinque, i suoi luogotenenti ed al tempo stesso gli unici che potrebbero destituirla se lo volessero e se osassero sfidarla.

            Lei si siede su una specie di piccolo trono davanti a loro poi li squadra uno ad uno. Sa che almeno due di loro ambiscono al suo posto ed aspettano solo un segnale di debolezza da parte sua per agire, un segnale che lei non intende dare, ovviamente.

            Alla fine parla:

- Fratelli, i piani stanno procedendo come previsto. -

- Ne sei davvero sicura? - ribatte una delle donne che indossa un cheongsam verde - Mi risulta che i tentativi di eliminare i nostri nemici sono finora falliti. L’unico risultato che hai ottenuto è stata la cattura di quella donna inglese ed ancora non capisco il perché di tale mossa. -

- Stai mettendo in dubbio le mie capacità di comando, Sorella Bastone? Credi forse che faresti meglio al mio posto? -

- Non ho detto questo ma il fallimento è indubbio ed intanto i nostri nemici si stanno coalizzando contro di noi. Sarà ancora più difficile eliminarli adesso e non dimenticare che tra loro c’è Shang Chi. -

- Se mi permetti… - interviene il giapponese - … potrei occuparmi io stesso di loro. Non mi dispiacerebbe un confronto con Shang Chi. -

- A suo tempo, Fratello Spada. - replica Kwai Far - Tutto a suo tempo, ma avrai la tua occasione se la desideri. -

            Per ora li ha in pugno ma per quanto? La ribellione scorre facile nelle vene dei figli di Fu Manchu e lei lo sa molto bene.

 

            Una casa a Manhattan, New York City. L’uomo finisce la sua sessione quotidiana di allenamento e subito dopo passa in rassegna la sua collezione di armi da fuoco e da taglio. Ognuna ha la sua storia che spesso data a prima della sua nascita. Deve usare una di quelle o è meglio portarsi dietro solo qualcuno dei tanti mini gadget che fanno parte del suo equipaggiamento?

            Domanda non semplice. Il suo bersaglio stavolta non è una persona comune e sia le armi comuni che quelle non comuni potrebbero rivelarsi del tutto inefficaci in un confronto con la donna chiamata Elektra.

 

            In un certo edificio di Hong Kong. Il saggista e romanziere americano Charles Dudley Warner ha detto: “La politica crea strani compagni di letto”. A volte vale anche per lo spionaggio visto che quello tra un agente segreto britannico, uno del servizio segreto giapponese ed uno del servizio segreto cinese è decisamente uno stranissimo ménage a trois.

            L’uomo alto e scattante dai capelli neri e penetranti occhi scuri che si è ritrovato alla guida dello strano terzetto ha ascendenze scozzesi, svizzere, giapponesi e forse altre ancora. Nel corso della sua vita ha usato molti nomi ma quello che preferisce è lo stesso di una leggenda vivente dello spionaggio. Lo diverte sempre la reazione di chi lo apprende perché chi non ha mai sentito parlare di James Bond?

            La ragazza dai lunghi capelli scuri e la pelle olivastra è figlia di padre giapponese e madre coreana, una condizione non facile anche nel Giappone moderno, ma Mimy Oshima è riuscita a farsi largo comunque nel mondo ancora maschilista del servizio segreto giapponese. Presto una parte importante del suo passato verrà a farle visita ma lei ancora non può saperlo.

            La biondissima Therese Beswick è inglese di nascita ma questo non le ha impedito di offrire i suoi servigi alla Repubblica Popolare Cinese.

            La minaccia rappresentata dalla figlia di Fu Manchu li ha costretti a collaborare ed ecco perché si trovano tutti e tre nella sede locale del servizio segreto cinese.

- Immagino che vi chiederete perché siete stati portati qui da Macao. - si rivolge loro un uomo elegantemente vestito che siede dietro una scrivania.

- Mi sono fatto questa domanda, infatti. - replica l’uomo che si faceva chiamare John Bryce - Ed ho concluso che probabilmente è il suo ufficio a coordinare le indagini sul nostro comune avversario, Mr. Xiang. -

- E così sa chi sono. Ammetto di messere impressionato Mr.… come devo chiamarla oggi? John Bryce, Taro Suzuki o come? -

- Bond, James Bond. È una vita che volevo fare questa battuta. -

- Un nome impegnativo. - commenta l’uomo di nome Xiang Cheng - Ebbene, Mr… Bond, ci ha azzeccato come dite voi inglesi. -

- Non sono inglese, casomai scozzese, ma non è di questo che dobbiamo discutere. Sono curioso di saperne di più su come intenderebbe gestire la nostra presunta collaborazione. -

            Prima che Xiang possa rispondere si ode un ronzio e da un interfono esce una voce femminile che scambia con lui poche parole in cinese mandarino.

- Chi sono gli ospiti che sono appena arrivati? - chiede Mimy Oshima che ha evidentemente compreso la conversazione.

- Un attimo di pazienza e lo saprete tutti. - replica Xiang.

Subito dopo si apre la porta dell’ufficio ed entrano tre uomini e due donne ben noti a tutti i presenti.

- Benvenuti. - li accoglie Xiang - Ora che ci siamo tutti possiamo cominciare a… -

            Non finisce la frase perché in quel momento le finestre della stanza si infrangono e delle figure mascherate piombano all’interno.

 

 

EPILOGO

 

 

            Lynne McElwain comincia ad avere paura. Se non succede qualcosa alla svelta sarà presto cibo per squali. Non proprio una bella fine.

            Le pare di sentire lo schioccare delle loro mascelle ma è quasi certamente un’illusione. Non che abbia grande importanza. Presto i suoi piedi saranno alla loro portata ed allora la sua unica speranza sarà che la sua agonia finisca alla svelta.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Riprendiamo le fila del nostro racconto dopo una lunga pausa durante la quale un po' di cose sono cambiate ma non la voglia di raccontare ed ora un po' di note:

1)    Continua il mio personale omaggio a Stefano Di Marino alias Stephen Gunn ed alla sua saga del Professionista. Dovunque sia adesso, io spero che possa perdonarmi per l’uso indegno che sto facendo dei suoi personaggi.

2)    Presumo che dovrei chiedere perdono anche Ian Fleming per aver preso molti spunti dalle sue opere.

3)    IL Consiglio dei Cinque è una mia creazione ma è basato su concetti e personaggi creati da Gene Luen Yang & Dike Ruan su Shang Chi Vol. 2° del 2021.

Nel prossimo episodio: azione, intrighi, sesso e violenza, non necessariamente in quest’ordine. Ah già, anche il ritorno di Elektra.

 

 

Carlo



[1] Tradizionale veste femminile cinese.

[2] Chairman o chairwoman in Inglese.

[3] Grossomodo equivalente al nostro Segretario Generale.

[4] Knight of the Garter, Cavaliere della Giarrettiera, la più alta onorificenza inglese.

[5] Knight of the British Empire.

[6] Nello scorso episodio.

[7] La versione giapponese della Mafia, potremmo dire,